Le candidate ideali per sottoporsi a intervento chirurgico al seno sono donne emotivamente stabili, comprendente i risultati devono essere ottenuti dopo l’intervento chirurgico.

Molte donne vogliono aumentare dopo una gravidanza o l’allattamento che rende il seno cadente e svuotato.

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I materiali più utilizzati oggi a questo scopo sono le capsule di silicone, contenenti gelatina di silicone, ed eventualmente espandibili nel tempo con l’iniezione di altro materiale. L’intervento procede con un’incisione cutanea che potrà essere, secondo la tecnica prescelta, in sede ascellare, sottomammaria o periareolare. La protesi viene posizionata al di sotto del muscolo grande pettorale, fra questo ed il muscolo piccolo pettorale, e qui fissata con alcuni punti sul bordo muscolare per ridurre il rischio di spostamenti nei primi giorni dopo l’intervento. Un controllo accurato di eventuali sanguinamenti precede la sutura dell’incisione, che verrà eseguita nel modo meno visibile. Dopo l’intervento per alcuni giorni si porterà una fasciatura compressiva per facilitare la fissazione in sede della protesi. I pericoli e le complicanze più frequenti di una mastoplastica additiva sono collegati a due eventi: uno potrebbe essere lo spostamento della protesi, che potrebbe comprimere importanti strutture nervose o vascolari e che in questo caso andrebbe rimossa o riposizionata per via chirurgica; l’altro evento che si potrebbe verificare consiste nella formazione di una capsula fibrosa intorno alla protesi che, nel tempo, contraendosi creerebbe un danno estetico e funzionale alla ghiandola, oltre ad un notevole dolore alla paziente. In quest’ultimo caso si potrà tentare di interrompere la continuità del guscio fibroso mediante un ulteriore intervento chirurgico, altrimenti si dovrà rimuovere la protesi per alleviare la sintomatologia ed il danno alla paziente.