La ritidectomia, conosciuta meglio col nome comune di “lifting”, è quell’intervento con cui si pone rimedio al rilassamento naturale dei tessuti del viso, conseguenza del tempo che passa.

Il viso ed il collo sono, come il resto del corpo, rivestiti di cute sotto la quale sono posti il tessuto sottocutaneo ed una muscolatura, detta mimica, per l’importanza che assume nelle espressioni del volto. Nel capo i muscoli principali per l’espressione sono ubicati intorno agli orifizi naturali e sulla volta cranica, ed esercitano, oltre alla funzione mimica, quella di apertura e chiusura delle palpebre e della bocca, nonché della masticazione.

Tutti i movimenti che noi imprimiamo al volto col passare del tempo rendono più evidenti quelle che sono le righe di tensione cutanea, le rughe di espressione, e marcano di più i segni della lassità dei tessuti determinati dall’invecchiamento. La pelle inoltre, in alcune zone, non aderisce perfettamente al piano muscolare sottostante, costituito nel collo da un unico muscolo, il platisma, ma potremmo dire che scorre su di esso, e lo stesso accade sul volto. Col tempo questa relazione si fa anch’essa sempre più lassa, dando così luogo alle antiestetiche pieghe cutanee nei vari distretti.

Le rughe, la lassità della cute del volto e del collo, unite spesso ad una cura insufficiente della pelle che appare troppo secca o troppo grassa e, spesso, caratterizzata da numerose minuscole rughe superficiali, sono le cause principali di un aspetto che denuncia il passare inesorabile degli anni.

Se la prevenzione è il cardine del mantenersi giovani, evitando di stressare eccessivamente l’organismo e, soprattutto, la pelle del volto, è necessario alle volte ricorrere ad interventi più radicali per tornare a mostrare la bellezza dell’incarnato senza che venga offuscata da segni ed inestetismi più o meno importanti. La ritidectomia o lifting è una delle tecniche più utili per riportare il viso ad un’immagine migliore e più giovanile, oggi sempre più importante nei rapporti con il mondo circostante.

La tecnica del lifting prevede l’esecuzione di incisioni poste davanti alle orecchie e proseguite verso l’alto ed all’indietro sul cuoio capelluto in modo da essere nascoste dalla crescita dei capelli. Attraverso queste incisioni si procede a scollare con estrema cautela il piano, costituito dalla cute e dal sottocutaneo, dal sottostante piano muscolare per tutta la superficie del volto cui occorre restituire tensione ed un aspetto piano. Trazionando all’indietro i tessuti, così liberati dalle loro aderenze, si procede a resecare l’eccesso di questi e si suturano le incisioni effettuate con piccoli ed accurati punti da rimuovere dopo 7-10 giorni.

Quella che abbiamo descritto è la tecnica di base del lifting del viso, ma sono previste e spesso sono necessarie per il migliore risultato estetico alcune varianti e tecniche complementari.

Innanzi tutto, sul collo non sempre può essere sufficiente limitare l’intervento alla cute, dato che il platisma è un muscolo dalla struttura estremamente particolare: si tratta di una specie di lamina a forma di trapezio, estesa dalla porzione anteriore della base del collo alla giunzione tra questo ed il mento, estremamente sottile e in posizione superficiale, cosicché si può dire che costituisca quasi un corpo unico con i tessuti sottocutanei. Allora con gli anni anche il muscolo, specie in chi esercita poco la propria muscolatura mimica, si rilassa e non è più in grado neppure con massaggi o microelettrostimolazioni di riprendere il tono primitivo. Occorre quindi resecarlo in parte e congiuntamente alla cute, per ridargli l’elasticità perduta.

Sempre con l’intento di ottenere un risultato estetico valido ed equilibrato, nonché duraturo nel tempo, occorre spesso associare al lifting delle procedure atte a correggerne alcune deficienze.
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La dermoabrasione è una tecnica estremamente valida a questo scopo, permettendo in alcuni casi selezionati di ottenere risultati validi anche senza dover ricorrere al lifting. Si tratta in pratica di accelerare quello che è il processo di naturale desquamazione della pelle portandolo più in profondità, ma senza ledere il derma; ciò si attua mediante uno strumento noto come dermoabrasore che permette di “smerigliare” la cute sino alla profondità voluta. La cute asportata si rigenera, ma senza quei numerosi segni che possedeva in precedenza, come piccole rughe o cicatrici lasciate dall’acne.

Il lifting da solo può non riuscire ad eliminare del tutto alcune tra le rughe più piccole e poco profonde o tra quelle più importanti ed evidenti, dato che oltretutto una eccessiva tensione dei tessuti porterebbe ad una espressione rigida, fissa e quanto mai innaturale; è a questo punto che giunge utile la dermoabrasione quale complemento di un trattamento estetico del volto per raffinare ed ottimizzare il risultato. Il suo impiego è però limitato agli inestetismi meno profondi della cute del viso; per quelli più marcati e resistenti all’azione di una ritidectomia equilibrata si ricorre ad altre tecniche. L’iniezione intradermica di collageno è una delle più utili: viene effettuata sotto le pliche cutanee più profonde allo scopo di appianarle, almeno in parte, e renderle meno evidenti. Questo tipo di trattamento, che anch’esso, in casi selezionati, può essere utilizzato da solo, richiede applicazioni correttive a distanza di alcuni mesi per il parziale riassorbimento cui va incontro il collageno, una volta iniettato nell’organismo umano. È indubbiamente una metodica estremamente valida cui si va affiancando negli ultimi anni il lipofilling, in cui delle cellule adipose, prelevate in altre sedi dello stesso individuo, vengono “trapiantate” là dove si voglia riempire una depressione o una plica cutanea. Anche qui occorre fare dei ritocchi a distanza di mesi, per il parziale riassorbimento e fibrosi del tessuto adiposo trapiantato. Sempre ai fini di un miglioramento estetico del viso, nel modo meno traumatico possibile per il paziente, è utile applicare in alcune zone la tecnica della lipoaspirazione.

Il problema, dato da un accumulo di adipe sul mento, infatti è spesso difficile da eliminare con l’ausilio di tecniche esclusivamente chirurgiche, ed allora la lipoaspirazione, di cui tratteremo più diffusamente in seguito, permette di agire in modo mirato, senza traumatismi eccessivi, per dare un aspetto più naturale al viso.

La fronte invece, con le sue rughe, presenta la necessità di un intervento chirurgico a sé per il trattamento delle stesse. Si attua incidendo il cuoio capelluto sul vertice del capo, mobilizzandolo in avanti, asportandone una porzione, in modo da stirare la cute della fronte, e suturando infine l’incisione chirurgica. Tale intervento presenta però il problema di trasferire più in alto la linea dell’attaccatura dei capelli e, pertanto, è da valutare con attenzione in quei pazienti che la abbiano già alta.

Orecchie, zigomi

A parte gli interventi tesi a correggere il rilassamento dei tessuti e la forma del naso, la chirurgia plastica offre la possibilità di modellare tutte le strutture del nostro viso per correggerne i difetti, o un aspetto che non ci soddisfa, e renderlo così più consono ai nostri desideri.

Strutture come le orecchie, che possono apparire incurvate in avanti (le cosiddette orecchie a sventola), oppure un mento o gli zigomi troppo, o troppo poco, prominenti sono suscettibili di essere riportate ad un aspetto piacevole, e più adatto all’immagine che vogliamo dare di noi stessi, con procedure non complesse e che rapidamente danno il risultato desiderato. L’importante è sempre rivolgersi a persone esperte ed essere disposti a discutere con loro tutti i diversi aspetti, che ci spingono a optare per un intervento di chirurgia estetica sul nostro viso.

Esiste la possibilità che un intervento non ci dia i risultati voluti, o che presenti delle complicanze alle volte inevitabili. Nel primo caso, occorre essere certi di avere valutato esattamente l’entità della stessa prima dell’intervento e che la sua esecuzione sia stata rispondente ai parametri richiesti, dato che alle volte ciò che sulla carta od in fotografia ci appariva adatto alle nostre esigenze può rivelarsi inadatto alla prova dei fatti; occorre perciò affrontare, dopo un periodo di adattamento e valutazione, il problema con lo specialista che ci ha operato per le eventuali possibili correzioni. Nel secondo caso, si tratterà in genere di complicanze, sempre possibili, ma percentualmente scarse, conseguenti ad infezioni delle ferite chirurgiche, o ad ematomi e lesioni della vascolarizzazione delle zone interessate specie cutanee. Queste vanno affrontate con calma e serenità, dato che spesso un trattamento corretto, anche se alle volte lungo, permette di salvaguardare il risultato estetico o di porre le migliori premesse per una futura correzione del danno.